Cubo. L'area blocchi più severa che io conosca. Una grande
quantità di massi segnati da linee storiche, alcune stupende, altre
più bruttine, ma tutte...tutte selettive e impegnative.
Questo luogo ha segnato in me dei passaggi, mi ha insegnato e mi
ha fatto notare diversi aspetti della scalata ,e, i tre blocchi
presenti nel video, ne sono per me il simbolo.
"Il pannelo", tre movimenti, solo tre movimenti, niente
di più. Ricordo la prima volta che lo avevo provato...metà
luglio...30° C...sole pieno di metà pomeriggio. Condizioni ideali
insomma, che tuttavia non avevano fermato me e un mio amico a
provarlo, senza possibilità di successo, ma con una grinta
incredibile!!...risultato...neanche un singolo fatto!
Dovetti tornare diverse volte per chiuderlo, ma ricordo bene quel
giorno, sistemammo i pad, una pulita veloce delle prese, partenza,
ribalta, chiuso. Non potevo crederci, nel mio piccolo quella salita
aveva rappresentato un passaggio, un cambiamento, ero passato ad un
nuovo "gradino".
"Il pannello" 7a, sceenshot dal video
La prima volta che ho visto "Pedaloman" ammetto di aver
avuto un pò di timore, non tanto per l'altezza del blocco, ma per la
base scoscesa e con un masso messo esattamente nel posto sbagliato.
Tuttavia mi accorgo di essere veramente attratto dalla linea:
partenza di dita, e poi passaggi fisici su prese buone. Ciascuna
presa sembra messa esattamente nel posto giusto, come se qualcuno
avesse tracciato un blocco, un bel blocco!! La roccia a mio parere è
molto bella, e dopo vari tentativi ed essermi tolto la paura riesco a
chiudere il blocco. Mi ritrovo sopra il masso contento, entusiasta
come non mai di aver salito una linea stupenda, che mi ha insegnato
qualcosa di nuovo, la "bellezza di una linea".
"Pedaloman stand" 7a+, sceenshot dal video
"Viva il cavaliere", un blocco visto nei video, ammirato
e sognato, ma mai...mai realmente preso in considerazione. E'
un'altra linea bellissima, che sembra fatta apposta per essere
scalata. La prima volta che l'ho provato non stavo attaccato quasi a
nessun a presa, ma con il passare del tempo mi sono accorto che ogni
singolo svaso o tacca "diventava più buono", e ad ogni
tentativo sentivo dei cambiamenti, dei micro-miglioramenti che hanno
fatto scattare in me la realtà del blocco..."posso farlo!".
Ci sono voluti 5 giorni di tentativi, decine di cadute,
determinazione e costanza...ma alla fine..il 5° giorno..."Faccio
solo un giro per scaldarmi bene..."
Concludo così un nuovo "passaggio", dopo molto tempo
sento dei nuovi cambiamenti, mi accorgo di aver di nuovo spostato il
limite, e mio godo il momento. Ho trasformato cio che per me era
impossibile in qualcosa di possibile. E' una sensazione stupenda, ed
è cio che più mi motiva ad allenarmi, a prendere schiaffi, e
continuare a provare ciò che appare "impossibile".
Vivo la scalata tra il "vecchio" e il "nuovo",
ed ogni volta che mi ritrovo a guardare un masso o una parete, che io
la veda per la prima volta, o che la abbia già vista cento volte, le
mie sensazioni di ammirazione, di stupore, di grandezza e di voglia
di provare sono sempre le stesse. E' questo che mi piace della
scalata, poter vivere esperienze enormi in posti lontani, sconosciuti
e fino al quel momento solo immaginati, come anche poterle vivere a
pochi km da casa su pezzi di roccia che ormai si conoscono a memoria.
E' proprio il caso di questi due ultimi mesi, in cui ho potuto
visitare diversi luoghi, ottenendo molte soddisfazioni, nonostante
una noiosa epitrocleite che ha rallentato, se non impedito, gli
allenamenti.
A fine Novembre, a causa delle basse temperature vado a
Montenero, la falesia eporediese dedicata all'inverno. In verità, a
parer mio, è un pò bruttina, ma comunque molto allenante...e di
VERA roccia. Provo per la prima volta "Perchè non parli",
un 7c corto e intenso con un singolo su monodito molto particolare,
il quale infatti mi respinge per ben 6 volte, finchè riesco a
trovare il giusto equilibrio ed agguantare la "ronchia" che
mi porta in catena.
A quasi un anno di distanza torno a Varazze, nel "parco
giochi" di Christian Core, dove avevo lasciato in attesa un paio
di progetti. Finalmente riesco a chiudere i conti con "Nebulosa",
un bellissimo e particolare 7b che segue una fessura obliqua, con una
sequenza di dita, per un totale di quasi 20 movimenti...davvero
bello!!!
"Nebulosa" 7b, Ph. Giada Zampa.
La volta successiva provo un'altra linea sullo stesso masso,
"Adam's sleep" 7b. Ha dei movimenti molto belli ed estetici
su prese un pò strane, prima enormi, poi piccole e infine piatte.
Inaspettatamente riesco a farlo in pochi giri. Sono davvero contento,
e per concludere al meglio la giornata mi porto a casa anche "Strappa
tutto", un blocco di 7a con una partenza di stimolo e uno svaso
aleatorio da tenere.
Ecco il video delle due linee:
A fine Dicembre mi dirigo per la prima volta della falesia di
Gajum, nella zona di Como. Non sono mai stato, ma dalle descrizioni
mi ha sempre destato interesse. Il settore si trova in un bellissimo
ambiente, disperso tra le colline e immerso in una ricca vegetazione.
La parete si presenta in parte strapiombante e in parte verticale,
molto articolata, e caratterizzata da un bellissimo calcare a canne,
buchi e tacche, il tutto leggermente imbruttito da qualche scavo, che
tuttavia non rovina la falesia a mio parere.
Durante la prima visita riesco a chiudere un 7a+ stupendo, "Foly",
mentre la volta successiva mi dedico a portare a casa due tiri
altrettanto belli. Il primo è "l'ultimo minuto" 7b, una
cavalcata su canne perfette, con una sezione più dura di spallate, e
il secondo è un tiro consigliatomi da un local: "Saggio
omaggio" 7c+. Inizialmente il tiro, onestamente, mi "inquietava"
un pò, in quanto si sviluppa su una sola canna, intervallata da una
parte più strapiombante con un singolo, a detta del local, molto
duro. Tuttavia decido di provarlo, e inaspettatamente mi trovo subito
bene, arrivando in continuità fino alla parte più dura, provo poi,
sotto "dettatura", il singolo e mi rendo conto di poterlo
fare con un piede più basso, facendo un piccolo dinamico ad una
presa buona.
Il secondo giro va molto bene, arrivo agevolmente alla parte dura,
prendo il rovescio...spalmo il piede con una lolotte, chiudo...ma
aimè il piede scivola...e mi ritrovo un paio di metri più sotto,
con ancora "carburante" nelle braccia!
Riposo bene, ripasso i movimenti, e appena il sole scende riparto,
e questa volta il piede sta, mi ritrovo alla presa buona, pinzo la
canna di sinistro...poi di destro...sghiso un
attimo...bucone...e...catenaaaa!!! alééé...il mio secondo
7c+!!!!!!!
"Profezia Maya", una linea che per me significa molto.
Ricordo il giorno in cui è stata aperta, ricordo la compagnia, e
ricordo Marco che dopo qualche tentativo sul metodo era riuscito a
salirla, gradando 7a+ e innescando in me un'icredibile voglia di
salirla, era il 21/12/2012 (doveva finire il mondo!). Qualche giorno
dopo, insieme ai soliti amici torniamo, e dedichiamo l'intera vigilia
di Natale a cercare di salire il blocco, ma niente da fare, i piedi
non stanno e la penultima presa sembra sempre troppo distante.
Irriducibili come sempre, torniamo dopo un pò di tempo, ma
aimè...solito problema, non si arriva alla tacca. Finchè ad un
certo punto riesco a prenderla, non so come, e chiudo verso il
bordo...non arrivo, ed in un secondo sono coricato sui pad, incredulo
di essere di nuovo caduto.
10 Gennaio 2015, sabato pomeriggio, vento caldo e 24° di
temperatura, condizioni da piscina, non da blocchi. Complice il poco
tempo a disposizione decidiamo di andare a riprovare "profezia
maya". I primi tentativi mi riportano alle sensazioni di due
anni prima, piedi che non stanno, prese che scivolano, e
niente...niente da fare! Provo, riprovo, provo altri metodi, ma
niente, il bordo continua a rimanere anni luce. Vedo Giada che mette
un piede in un modo leggermente diverso da come lo metto io, e allora
mi dico: "perchè non provare? un tentativo in più su 500 non
cambierà niente...ahahah"...quindi parto, uso la famosa presa
instabile, piatto...rilancio al secondo...piedi...rigidità...sono
alla tacca!!! non ci posso credere!! chiudo verso il bordo, ma sono
indeciso, risistemo i piedi...ed in un attimo mi viene l'angoscia di
cadere di nuovo come due anni prima...ma devo tentare!!...chiudo...e
con un urlo liberatorio afferro il bordo...è buono... ed in un
attimo sono sopra!! L'ho chiuso!! Per me, al di là del grado, è la
più grande soddisfazione di questo periodo!!!
Concludo Gennaio andando a Quincinetto, per provare l'ultima linea
che mi interessa in quella zona, si tratta di "la prua di plat"
7b. Come dice il nome è una prua stapiombante con prese svase che
sembra davvero bella e meritevole. Provo bene i singoli, capisco i
movimenti, e in breve tempo riesco a salirla.
"La prua di plat" 7b, Ph. Giada Zampa.
Finisce così "l'inverno natalizio", con tante tante
soddisfazioni ed esperienze. E' ora di riprendere gli allenamenti. I
progetti e le idee sono molte, bisognerà vedere cosa accadrà...buon
training a tutti!! ciaooo