Cubo. L'area blocchi più severa che io conosca. Una grande
quantità di massi segnati da linee storiche, alcune stupende, altre
più bruttine, ma tutte...tutte selettive e impegnative.
Questo luogo ha segnato in me dei passaggi, mi ha insegnato e mi
ha fatto notare diversi aspetti della scalata ,e, i tre blocchi
presenti nel video, ne sono per me il simbolo.
"Il pannelo", tre movimenti, solo tre movimenti, niente
di più. Ricordo la prima volta che lo avevo provato...metà
luglio...30° C...sole pieno di metà pomeriggio. Condizioni ideali
insomma, che tuttavia non avevano fermato me e un mio amico a
provarlo, senza possibilità di successo, ma con una grinta
incredibile!!...risultato...neanche un singolo fatto!
Dovetti tornare diverse volte per chiuderlo, ma ricordo bene quel
giorno, sistemammo i pad, una pulita veloce delle prese, partenza,
ribalta, chiuso. Non potevo crederci, nel mio piccolo quella salita
aveva rappresentato un passaggio, un cambiamento, ero passato ad un
nuovo "gradino".
"Il pannello" 7a, sceenshot dal video
La prima volta che ho visto "Pedaloman" ammetto di aver
avuto un pò di timore, non tanto per l'altezza del blocco, ma per la
base scoscesa e con un masso messo esattamente nel posto sbagliato.
Tuttavia mi accorgo di essere veramente attratto dalla linea:
partenza di dita, e poi passaggi fisici su prese buone. Ciascuna
presa sembra messa esattamente nel posto giusto, come se qualcuno
avesse tracciato un blocco, un bel blocco!! La roccia a mio parere è
molto bella, e dopo vari tentativi ed essermi tolto la paura riesco a
chiudere il blocco. Mi ritrovo sopra il masso contento, entusiasta
come non mai di aver salito una linea stupenda, che mi ha insegnato
qualcosa di nuovo, la "bellezza di una linea".
"Pedaloman stand" 7a+, sceenshot dal video
"Viva il cavaliere", un blocco visto nei video, ammirato
e sognato, ma mai...mai realmente preso in considerazione. E'
un'altra linea bellissima, che sembra fatta apposta per essere
scalata. La prima volta che l'ho provato non stavo attaccato quasi a
nessun a presa, ma con il passare del tempo mi sono accorto che ogni
singolo svaso o tacca "diventava più buono", e ad ogni
tentativo sentivo dei cambiamenti, dei micro-miglioramenti che hanno
fatto scattare in me la realtà del blocco..."posso farlo!".
Ci sono voluti 5 giorni di tentativi, decine di cadute,
determinazione e costanza...ma alla fine..il 5° giorno..."Faccio
solo un giro per scaldarmi bene..."
Concludo così un nuovo "passaggio", dopo molto tempo
sento dei nuovi cambiamenti, mi accorgo di aver di nuovo spostato il
limite, e mio godo il momento. Ho trasformato cio che per me era
impossibile in qualcosa di possibile. E' una sensazione stupenda, ed
è cio che più mi motiva ad allenarmi, a prendere schiaffi, e
continuare a provare ciò che appare "impossibile".
Vivo la scalata tra il "vecchio" e il "nuovo",
ed ogni volta che mi ritrovo a guardare un masso o una parete, che io
la veda per la prima volta, o che la abbia già vista cento volte, le
mie sensazioni di ammirazione, di stupore, di grandezza e di voglia
di provare sono sempre le stesse. E' questo che mi piace della
scalata, poter vivere esperienze enormi in posti lontani, sconosciuti
e fino al quel momento solo immaginati, come anche poterle vivere a
pochi km da casa su pezzi di roccia che ormai si conoscono a memoria.
E' proprio il caso di questi due ultimi mesi, in cui ho potuto
visitare diversi luoghi, ottenendo molte soddisfazioni, nonostante
una noiosa epitrocleite che ha rallentato, se non impedito, gli
allenamenti.
A fine Novembre, a causa delle basse temperature vado a
Montenero, la falesia eporediese dedicata all'inverno. In verità, a
parer mio, è un pò bruttina, ma comunque molto allenante...e di
VERA roccia. Provo per la prima volta "Perchè non parli",
un 7c corto e intenso con un singolo su monodito molto particolare,
il quale infatti mi respinge per ben 6 volte, finchè riesco a
trovare il giusto equilibrio ed agguantare la "ronchia" che
mi porta in catena.
A quasi un anno di distanza torno a Varazze, nel "parco
giochi" di Christian Core, dove avevo lasciato in attesa un paio
di progetti. Finalmente riesco a chiudere i conti con "Nebulosa",
un bellissimo e particolare 7b che segue una fessura obliqua, con una
sequenza di dita, per un totale di quasi 20 movimenti...davvero
bello!!!
"Nebulosa" 7b, Ph. Giada Zampa.
La volta successiva provo un'altra linea sullo stesso masso,
"Adam's sleep" 7b. Ha dei movimenti molto belli ed estetici
su prese un pò strane, prima enormi, poi piccole e infine piatte.
Inaspettatamente riesco a farlo in pochi giri. Sono davvero contento,
e per concludere al meglio la giornata mi porto a casa anche "Strappa
tutto", un blocco di 7a con una partenza di stimolo e uno svaso
aleatorio da tenere.
Ecco il video delle due linee:
A fine Dicembre mi dirigo per la prima volta della falesia di
Gajum, nella zona di Como. Non sono mai stato, ma dalle descrizioni
mi ha sempre destato interesse. Il settore si trova in un bellissimo
ambiente, disperso tra le colline e immerso in una ricca vegetazione.
La parete si presenta in parte strapiombante e in parte verticale,
molto articolata, e caratterizzata da un bellissimo calcare a canne,
buchi e tacche, il tutto leggermente imbruttito da qualche scavo, che
tuttavia non rovina la falesia a mio parere.
Durante la prima visita riesco a chiudere un 7a+ stupendo, "Foly",
mentre la volta successiva mi dedico a portare a casa due tiri
altrettanto belli. Il primo è "l'ultimo minuto" 7b, una
cavalcata su canne perfette, con una sezione più dura di spallate, e
il secondo è un tiro consigliatomi da un local: "Saggio
omaggio" 7c+. Inizialmente il tiro, onestamente, mi "inquietava"
un pò, in quanto si sviluppa su una sola canna, intervallata da una
parte più strapiombante con un singolo, a detta del local, molto
duro. Tuttavia decido di provarlo, e inaspettatamente mi trovo subito
bene, arrivando in continuità fino alla parte più dura, provo poi,
sotto "dettatura", il singolo e mi rendo conto di poterlo
fare con un piede più basso, facendo un piccolo dinamico ad una
presa buona.
Il secondo giro va molto bene, arrivo agevolmente alla parte dura,
prendo il rovescio...spalmo il piede con una lolotte, chiudo...ma
aimè il piede scivola...e mi ritrovo un paio di metri più sotto,
con ancora "carburante" nelle braccia!
Riposo bene, ripasso i movimenti, e appena il sole scende riparto,
e questa volta il piede sta, mi ritrovo alla presa buona, pinzo la
canna di sinistro...poi di destro...sghiso un
attimo...bucone...e...catenaaaa!!! alééé...il mio secondo
7c+!!!!!!!
"Profezia Maya", una linea che per me significa molto.
Ricordo il giorno in cui è stata aperta, ricordo la compagnia, e
ricordo Marco che dopo qualche tentativo sul metodo era riuscito a
salirla, gradando 7a+ e innescando in me un'icredibile voglia di
salirla, era il 21/12/2012 (doveva finire il mondo!). Qualche giorno
dopo, insieme ai soliti amici torniamo, e dedichiamo l'intera vigilia
di Natale a cercare di salire il blocco, ma niente da fare, i piedi
non stanno e la penultima presa sembra sempre troppo distante.
Irriducibili come sempre, torniamo dopo un pò di tempo, ma
aimè...solito problema, non si arriva alla tacca. Finchè ad un
certo punto riesco a prenderla, non so come, e chiudo verso il
bordo...non arrivo, ed in un secondo sono coricato sui pad, incredulo
di essere di nuovo caduto.
10 Gennaio 2015, sabato pomeriggio, vento caldo e 24° di
temperatura, condizioni da piscina, non da blocchi. Complice il poco
tempo a disposizione decidiamo di andare a riprovare "profezia
maya". I primi tentativi mi riportano alle sensazioni di due
anni prima, piedi che non stanno, prese che scivolano, e
niente...niente da fare! Provo, riprovo, provo altri metodi, ma
niente, il bordo continua a rimanere anni luce. Vedo Giada che mette
un piede in un modo leggermente diverso da come lo metto io, e allora
mi dico: "perchè non provare? un tentativo in più su 500 non
cambierà niente...ahahah"...quindi parto, uso la famosa presa
instabile, piatto...rilancio al secondo...piedi...rigidità...sono
alla tacca!!! non ci posso credere!! chiudo verso il bordo, ma sono
indeciso, risistemo i piedi...ed in un attimo mi viene l'angoscia di
cadere di nuovo come due anni prima...ma devo tentare!!...chiudo...e
con un urlo liberatorio afferro il bordo...è buono... ed in un
attimo sono sopra!! L'ho chiuso!! Per me, al di là del grado, è la
più grande soddisfazione di questo periodo!!!
Concludo Gennaio andando a Quincinetto, per provare l'ultima linea
che mi interessa in quella zona, si tratta di "la prua di plat"
7b. Come dice il nome è una prua stapiombante con prese svase che
sembra davvero bella e meritevole. Provo bene i singoli, capisco i
movimenti, e in breve tempo riesco a salirla.
"La prua di plat" 7b, Ph. Giada Zampa.
Finisce così "l'inverno natalizio", con tante tante
soddisfazioni ed esperienze. E' ora di riprendere gli allenamenti. I
progetti e le idee sono molte, bisognerà vedere cosa accadrà...buon
training a tutti!! ciaooo
Di quest'estate non rimangono che piacevoli ricordi, innaffiati
dalla tanta acqua che il nostro "meraviglioso" clima ci ha
regalato. Sono riuscito comunque a scalare molto, girare diversi
posti e portare a termine diversi progetti e sogni che avevo in
testa, e quelli che non ho concluso...aspetteranno il prossimo anno!!
Contemporaneamente all'ingiallimento delle prime foglie comincio
puntuale gli allenamenti. Per la prima volta decido di allenarmi
creandomi per conto mio, e insieme a Giada, dei programmi, basandomi
su ciò che ho imparato negli anni scorsi.
Con questo nuovo inizio metto già in conto di scalare all'aria
aperta un pò di meno, e di dover gestire la stanchezza nel migliore
dei modi.
La roccia aimè riesco a toccarla solo il fine settimana, e i
primi week end di ottobre li dedico ad aprire qualche nuova linea a
Quassolo. Finalmente pulisco un pilastro di roccia alto circa 5 metri
che ammiravo già da tempo, pensando tuttavia che fosse abbastanza
semplice; ma commetto un grave errore...infatti la parte sotto è
parecchio fisica e fatico non poco a trovare il metodo giusto, e la
prima volta che riesco a passare la sezione mi ritrovo negli ultimi 2
metri che pensavo facili: i piedi sono precari, le mani incerte,
l'altezza inizia a giocare i suoi scherzi, e mi ritrovo a rotolare
sui pad!! Ci vogliono alcuni tentativi anche con la corda per
stabilire i movimenti corretti, dopo di che parto motivato, e riesco
a chiudere il blocco, che decido di chiamare "Methodica 18",
il cui grado secondo me si aggira sul 7a+.
Apro anche altre linee, tra cui "Gibberish" un blocco di
6c/+ con le prese più grosse e distanti che ho mai tirato!
La settimana successiva vado per la prima volta nell'area blocchi
di Outrefer, rimanendo molto colpito dalla bellezza delle linee
presenti. Dopo un riscaldamento disastroso, provo una linea molto
bella, "Il degrado sociale", circa 7b. E' un blocco molto
fisico con prese buone ma distanti, decisamente nel mio stile. Dopo
aver provato i singoli e fatto qualche tentativo, riesco a tenere
l'ultima spallata, chiudendo il blocco con tanta felicità e
soddisfazione. Qualche giorno dopo, complice un clima fantastico,
fuggo mezza giornata dallo studio, per tornare a Outrefer. Provo un
altra linea sullo stesso masso, che scoprirò chiamarsi "The
whiners", molto molto fisica, che mi mette molto alla prova,
infatti la sento ancora più dura de "Il degrado sociale",
ma probabilmente semplicemente mi è meno congeniale. Dopo
tanti...tanti giri riesco a prendere il bordo, e con un'eleganza
imbarazzante mi ribalto. Ecco il video:
La prima domenica di Novembre, grazie alle ottime temperature, ci
dirigiamo a Champorcher per l'ultima visita annuale. Le condizioni
sono fantastiche, e già da subito si fa sentire l'aderenza. Durante
il riscaldamento riesco a chiudere un traverso sul "masso 13"
gradato 7a+.
Ci spostiamo poi su "Cloè", un altro 7a+ di riferimento
per la zona: è un masso perfetto incastonato tra altri due che offre
una partenza con doppio aggancio di punte, movimenti su tacche
perfette, body-tension, e una bella ribalta. Riesco inaspettatamente
a salirlo al secondo tentativo, dopo le decine di tentativi
infruttuosi degli anni scorsi.
"Cloè" 7a+, Ph. Giada Zampa
Come ultimo obiettivo andiamo a provare "Può accompagnare
solo", un'altra stupenda linea su un masso in mezzo alla
pietraia, di 7b+. Con il metodo originale mi rendo subito conto non
avere possibilità, allora provo una sequenza alternativa che avevo
visto fare, ma anche così non mi trovo...
vedo una piccola tacca che il mio cervello non aveva neanche preso
in considerazione, la pulisco e capisco che forse ho trovato un altro
metodo...provo...cado...riprovo...e riesco, mi ristabilisco sopra il
masso e mi godo la vittoria! Probabilmente con questo nuovo metodo il
blocco è più facile, ma non importa, è stato davvero bello e mi
sono divertito!
"Può accompagnare solo" 7b+, Ph Giada Zampa
Purtroppo un altro fine settimana è finito, fuori piove, e non mi
resta che pensare agli allenamenti delle prossime settimane, la
carica è davvero tanta...vedremo cosa accadrà!!!
Come ogni anno comincio agosto facendo le valigie per passare una
decina di giorni in Francia, a scalare nella zona di Briancon.
Quest'anno l'estate non ha regalato gran condizioni, solo freddo,
umido, e poco, poco sole.
Con grande gioia le previsioni meteo per la Francia sono buone,
anche se con temperature un pò basse.
Come deciso in precedenza ci dirigiamo a Rue des Masques, nella
falesia già visitata due volte quest'anno. Il mio obiettivo, dopo
tentativi infruttosi su altri tiri, è "Tardinio direct",
un solido 7c+, una volta 8a. E' una linea che parte in forte
strapiombo, con un blocco fisico nel cambio di pendenza, che prosegue
poi per altri 15 metri di scalata tecnica su prese distanti. Il primo
giorno impiego diversi tentativi per trovare il metodo giusto per
passare il blocco, e lo trovo! Il secondo giorno parto convinto,
riesco a passare il blocco, ma purtroppo l'acciaio nelle braccia mi
fa cadere all'ultimo spit, nella più totale incredulità di essere
caduto nella parte "facile".
Ormai è una guerra psicologica, e il terzo giorno decido di
fare ancora due tentativi, ma, probabilmente per poca convinzione
o per stanchezza, non riesco addirittura più a passare il blocco.
Un po demoralizzato mi ritrovo incerto se provarlo
ancora, oppure dedicarmi ad altro. Tuttavia devo togliere i rinvii
dal tiro, per cui sono costretto ad arrivare ancora una volta in
catena.
In partenza...
Parto con le mani congelate, faccio la parte strapiombante
faticando come mai prima, e mi ritrovo al blocco. Faccio il primo
lancio con inaspettata facilità, punto il piede sul solito appoggio
incerto e chiudo...chiudo fino al banchettone svaso:
"Tardinio direct" 7c+.
lo sento bene! Accoppio senza vibrare come al solito e faccio il
secondo lancio...prendo la pinza...e in un attimo sono al riposo...
Sto qualche minuto a rilassare i poveri avambracci e poi parto per
la seconda parte del tiro, che la volta scorsa mi aveva fregato!! ma
questa volta non sbaglio niente...sono in catena! Ho chiuso il mio
primo 7c+...sono contentissimo!!
I restanti giorni di scalata li dedico a provare qualche altro
tiro, anche nella meravigliosa falesia di Ceillac, ma non concludo
granchè...sarà per il prossimo anno.
La settimana dopo organizzo insieme a Giada e Niccolò Ceria di
visitare la zona blocchi di Noasca, in Valle dell'Orco, dove ci sono
passaggi storici, come la Kosterlitz, e nuovi passaggi di Bernd
Zangerl. L'ambiente è molto bello e le linee veramente interessanti,
su roccia molto molto dolorosa.
Riesco a salire una stupenda linea, la "Narderlitz", uno
spigolo molto estetico gradato 7a+ molto tecnico con un dinamico
finale.
"Narderlitz" 7a+.
"Narderlitz" 7a+.
Per concludere agosto non mi resta che andare a far riposare i
polastrelli per qualche giorno al mare...nel più totale relax,
lasciando scarpette e magnesite a casa.
Tornato dal mare mi sento molto riposato, ma forse con poco
stimolo, per me tipico da fine stagione estiva.
Mi dirigo nella falesia di Revers, in Valgrisenche, dove sia io
che Giada abbiamo un conto in sospeso con "Anche i tacchini sono
come le manguste" 8a, un tiro leggermente strapiombante su
tacche distanti con un singolo duro di dita in alto. Faccio diversi
tentativi, tuttavia non riesco a fare la parte dura, per cui decido
di lasciarlo come appuntamento fisso per il prossimo anno. Giada
riesco invece a chiuderlo...brava!!
Tentativo su "Anche i tacchini sono come le manguste" 8a.
Tentativo su "Anche i tacchini sono come le manguste" 8a.
Giada Zampa su "Anche i tacchini sono come le manguste" 8a.
Lo scorso fine settimana provo a tornare al Cubo, per vedere se fa
ancora tanto caldo o se si può gia tentare qualche tiro! Le
condizioni non sono ottime, tuttavia riesco a provare bene il tiro
che da anni ammiro, ma che non avevo mai avuto il "coraggio"
di provare, si tratta di "Demolition man", un 7c/+
boulderoso che sale uno spigolo strapiombante con un blocco molto
fisico prima della catena. Monto il tiro e poi lo provo, lo sento
molto nel mio stile, e nel giro migliore mi avvicino molto a
chiuderlo, cadendo al penultimo movimento duro prima di moschettonare la
catena...sono davvero soddisfatto, voglio riuscire a chiudere questo
tiro che per molto tempo avevo considerato solo un sogno!
Tentativo su "Demolition man" 7c/+.
Termina così il secondo atto di questa "strana" estate,
lasciando spazio all'inizio di una nuova stagione di resina,
roccia...ma soprattutto, tanto, tanto stimolooooo!
Quest'anno il sole sembra voler rimanere nascosto, le giornate di
pioggia, di umido e di incertezza si susseguono quasi senza tregua.
Bisogna quindi spulciare i meteo, pensare ai posti meno umidi, o
sfidare l'umidità per riuscire a scalare e sfruttare la forma che
finalmente sembra uscita dopo una lunga stagione di allenamento.
Per quanto riguarda la falesia ho scalato un pò di volte a
Gressoney, settore Benedizione.
Gressoney, settore Benedizione, Ph. Pietro Tribuzio
A mio parere è una delle falesie più belle della zona, roccia
spettacolare, tiri bellissimi e ambiente unico. La scalata tuttavia è
severa, la base della falesia tutt'altro che rilassante e niente è
regalato, per cui è sempre meglio andare con la motivazione alle
stelle...altrimenti...legnate assicurate!!
Decido di provare "Il farmacista", un 7b+ di 30 metri
che mi ha sempre trasmesso un pò di timore. Il tiro nella prima
parte è strapiombante, con prese buone ma distanti, mentre nella
seconda la pendenza diminuisce ma entra in gioco l'acido lattico, che
bisogna tenere a bada nei numerosi riposi...fino in catena.
Incredibilmente riesco a salirlo al secondo tentativo, dopo una lotta
estenuante con gli avambracci gonfi e doloranti che fino alla catena
supplicano di lasciar aprire le mani. Sono contento, non me lo
aspettavo, e questo mi da una grande carica per tutto.
Torno diverse volte in questa falesia, e inizio a provare
"Giardini di marzo", un 7c+ di resistenza con un luuuungo
run-out nella parte alta che regala a tutti i pretendenti grandi
voli. Tuttavia lo provo troppe poche volte, e per adesso mi vedo
costretto a lasciarlo ancora come cantiere aperto.
A metà luglio mi dirigo insieme a Giada in Francia, per scalare
quattro giorni a Rue des masques, cercando di portare a casa
qualche bel tiro addocchiato un mese fa.
I primi due giorni, tanto per cambiare, trascorrono nell'umidità,
ma riesco a fare un bel 7a+, "Les prophéties de tronc", a
vista. Nella notte tra il secondo e il terzo giorno non sto tanto
bene, causa cibo avariato o colpo di freddo, per cui siamo costretti
a dedicare la giornata al relax, decidendo di fare due passi a vedere
il Glacier Blanche, in cima alla vallata di Ailefroide.
Glacier Blanche, Ph. Pietro Tribuzio
L'ultimo giorno di vacanza mi sento riposato e carico, quindi
tento per l'ultima volta un tiro che avevo gia provato lo scorso
anno, "La truite" 7c, che presenta una sezione di dita, che
non mi aveva mai lasciato passare in continuità. Questa volta la
storia cambia, e con apparente semplicità riesco in tutta la
sequanza chiudendo il tiro, concludendo al meglio la vacanza!!
Ps: grande Giada che ha chiuso il suo primo 8b!!
Per quanto riguarda i blocchi la situazione è simile, bisogna
sempre ricercare quelle poche giornate che permettono di scalare
senza la sensazione di "bagnato".
Finalmente riesco a visitare la nuova zona di Champorcher,
scoperta e valorizzata prevalentemente dal super local Niccolò
Ceria, che ha scoperto e pulito un sacco di massi bellissimi, con
roccia meravigliosa, come sempre in un ambiente fiabesco. Visto il
poco tempo provo pochi blocchi, e uno in particolare mi colpisce
molto: "paradise lost", che risale uno spigolo bellissimo,
con un metodo che dificilmente si può trovare su altri passaggi.
Riesco a salire la versione stand.
"Paradise lost stand", 7a, Ph. Stefano Tamagno
Champorcher, Ph. Giada Zampa
L'ultimo week-end di luglio prendiamo parte ad un raduno boulder
al Rifugio Barbara, in Val Pellice, un luogo in cui sono già stato
due volte che mi ha lasciato bellissimi ricordi. I "sassisti"
sono parecchi e le linee da scalare ancora di più, la giornata è
finalmente estiva, e quindi non resta che scalare tutti insieme.
Provo tante linee, chiudo un 7a, "Omega 3", e ne provo
altri, ma non riesco a portarli a casa...sarà per la prossima volta,
che sicuramente sarà presto!!
Rifugio Barbara, Ph. Giada Zampa
Rifugio Barbara, Ph. Giada Zampa
Finisco di scrivere questo piccolo resoconto e guardo fuori dalla
finestra, la pioggia scende come una routine ormai...e l'ASTINENZA da
estate continua a farsi più forte...ma le vacanze sono alle porte!!
Incrociamo le dita!!
Maggio, mese di passaggio. Il meteo come al solito è sempre un pò
incerto, e per questo ho dedicato questo periodo agli ultimi ritocchi
per quanto riguarda l'allenamento e il ritorno nei luoghi
d'arrampicata estivi, per rendermi conto dei vecchi progetti e per
scovarne di nuovi.
Sono finalmente tornato a Champorcher dove finalmente ho messi gli
occhi su uno dei blocchi più belli e stimolanti per me dell'intera
zona: "Capitan America", un blocco liberato qualche anno fa
da Niccolò Ceria, gradato 7c. E' un masso decisamente alto, per cui
decido di provare bene la parte bassa, per poi lasciare la parte alta
ad una volta successiva. Mi rendo subito conto che tutti i movimenti
sono a me congeniali, anche il movimento più duro (una spallata ad
un rovescio) mi viene quasi subito. Per cui grande grande
motivazione!!!
Metodi sotto "Capitan America", Champorcher
Il fine settimana successivo decidiamo di andare al Cubo, sono
molto carico perchè voglio riprovare un tiro che voglio chiudere,
"Demolition man", ma aimè, al nostro arrivo troviamo quasi
tutti i tiri bagnati, e gli unici asciutti sono umidissimi. Per
questo motivo decidiamo di ripetere qualche tiro gia fatto in
precedenza giusto per allenarci un pò.
Pietro Tribuzio su "Il guru", 7b, camera Giada Zampa.
Per chiudere maggio nel migliore dei modi finalmente riesco ad
organizzare insieme a Giada un fine settimana in Francia. La
destinazione è Rue des Masques, una delle mie falesie preferite, di
conglomerato. Il meteo è dalla nostra parte, temperatura ottima,
poca umidità, e soprattutto poche persone, e le uniche che
incontriamo sono di Biella come noi.
L'obiettivo è quello di fare molti tiri per riabituarmi al tipo
di scalata, e lasciare i progetti duri per le volte successive, più
avanti nella stagione. Il primo giorno mi sento un pò fiacco,
tuttavia riesco a fare un 6c+ a vista nel settore basso, per poi
spostarmi nel settore canyon a provare un 7a, "Central street",
che riesco a fare a vista, nonostante alcuni buchi bagnati.
Il giorno successivo mi sento già più a mio agio nella scalata,
e dopo un buon riscaldamento provo "Gugus, tube de l'année"
7b, un tiro abbastanza corto caratterizzato da una sezione dura di
dita. Il primo giro scalo bene fino a metà della sezione dura, poi
per una mia indecisione...mi ritrovo qualche metro più sotto a
penzoloni nell'imbrago. Un po di riposo e riparto carico e deciso, mi
ritrovo nella parte dura, ma questa volta non sbaglio! Ancora qualche
metro di placca delicata, e sono in catena, molto contento.
Finisce così questo mese di "transizione", con la
stanchezza degli allenamenti che finalmente inizia a lasciare posto
alla tanto cercata forma, o almeno si spera (!). Gli obiettivi sono
molti, la carica e la voglia di faticare non mancano... per
cui...STIMOLOOOOOO!!!
Erano ormai anni che volevo andare al Melloblocco, il più famoso
raduno internazionale di boulder, di cui ho sempre solo sentito
parlare tra pareri positivi, ed altri negativi. Finalmente riesco ad
organizzare insieme a Giada, e la mattina del 1° maggio partiamo,
ciascuno con il proprio obiettivo: io quello di provare blocchi
storici simbolo della zona, lei di partecipare e dare il massimo alla
gara.
Arriviamo in Val Masino a metà mattinata, sistemiamo tutto in
albergo e andiamo al centro polifunzionale del Melloblocco ad
iscriverci. Cerchiamo poi di orientarci per capire dove sono i
blocchi gara per Giada, anche per iniziare a conoscere un pò la
zona. La vallata è veramente stupenda, con una miriade di massi,
pareti di granito, prati in veste primaverile, e le stupende montagne
ancora innevate a fare da sfondo. Ci dirigiamo nell'area del Sasso
Remenno dove Giada comincia a chiudere diversi blocchi dal 7a al 7b+,
mentre io non riesco a concludere granchè, ma provo diverse linee
veramente meritevoli.
La mattina successiva non promette niente di buono: pioggia,
pioggia...e ancora pioggia! Tuttavia, grazie all'ottima
organizzazione dell'evento ho modo di scalare su alcuni massi
coperti, per poi andare a provare un blocco famoso: "Sogno di
Tarzan", una linea bellissima caratterizzata da tacche e piatti,
gradata 7b. Nonostante le pessime condizioni mi trovo subito bene nei
singoli e in poco tempo riesco a salire il blocco, con tanta tanta
soddisfazione.
"Sogno di Tarzan", 7b, ph. Giada zampa
Il penultimo giorno visitiamo la parte alta della zona del Sasso
Remenno, dove ci sono diverse linee stupende con roccia di ottima
qualità, ma dolorosissima. Mi dedico a provare due blocchi che avevo
in mente: in pochi giri riesco a fare "Per voi ragazzi", un
7a abbastanza alto su piatti molto delicati, e poi "Goldrake",
6c, un famoso passaggio del 1975 che ha dato del filo da torcere a
molti climber, e che, io, inaspettatamente riesco a salire flash.
Giada invece riesce a salire altri due blocchi gara: un 7a e un
7b+.
Giada su "Fuori tra le stelle", 7b+, ph. Pietro Tribuzio
L'ultimo giorno mi trovo a fare i conti con la stanchezza
accumulata e la totale mancanza di pelle, per cui provo diversi
blocchi, ma i risultati mi fanno capire che è ora di coricarsi nel
prato e di godersi la bellissima atmosfera della domenica di chiusura
del Melloblocco.
La manifestazione termina nel pomeriggio, con le premiazioni dei
partecipanti alla gara, che vede Giada classificata 3° avendo chiuso
sei blocchi su nove.
Il viaggio di ritorno trascorre lento, tra code e rallentamenti,
lasciando spazio ai pensieri sulla mia prima volta a questo stupendo
raduno: un'organizzazione impeccabile, che ha saputo sfruttare
totalmente lo scenario perfetto di una vallata incredibile, che da la
possibilità a chiunque di scalare con climber da tutto il mondo,
famosi o meno, accomunati da voler arrampicare su massi al massimo
delle proprie possibilità, divertendosi.
Ciò significa che bisognerà sicuramente tornare, per provare
altre magnifiche linee, conoscere nuove persone e nuovi angoli della
vallata.