mercoledì 25 marzo 2015

- Storie al Cubo -


Cubo. L'area blocchi più severa che io conosca. Una grande quantità di massi segnati da linee storiche, alcune stupende, altre più bruttine, ma tutte...tutte selettive e impegnative.
Questo luogo ha segnato in me dei passaggi, mi ha insegnato e mi ha fatto notare diversi aspetti della scalata ,e, i tre blocchi presenti nel video, ne sono per me il simbolo.

"Il pannelo", tre movimenti, solo tre movimenti, niente di più. Ricordo la prima volta che lo avevo provato...metà luglio...30° C...sole pieno di metà pomeriggio. Condizioni ideali insomma, che tuttavia non avevano fermato me e un mio amico a provarlo, senza possibilità di successo, ma con una grinta incredibile!!...risultato...neanche un singolo fatto!
Dovetti tornare diverse volte per chiuderlo, ma ricordo bene quel giorno, sistemammo i pad, una pulita veloce delle prese, partenza, ribalta, chiuso. Non potevo crederci, nel mio piccolo quella salita aveva rappresentato un passaggio, un cambiamento, ero passato ad un nuovo "gradino".

"Il pannello" 7a, sceenshot dal video
 
 
La prima volta che ho visto "Pedaloman" ammetto di aver avuto un pò di timore, non tanto per l'altezza del blocco, ma per la base scoscesa e con un masso messo esattamente nel posto sbagliato. Tuttavia mi accorgo di essere veramente attratto dalla linea: partenza di dita, e poi passaggi fisici su prese buone. Ciascuna presa sembra messa esattamente nel posto giusto, come se qualcuno avesse tracciato un blocco, un bel blocco!! La roccia a mio parere è molto bella, e dopo vari tentativi ed essermi tolto la paura riesco a chiudere il blocco. Mi ritrovo sopra il masso contento, entusiasta come non mai di aver salito una linea stupenda, che mi ha insegnato qualcosa di nuovo, la "bellezza di una linea".

"Pedaloman stand" 7a+, sceenshot dal video
 

"Viva il cavaliere", un blocco visto nei video, ammirato e sognato, ma mai...mai realmente preso in considerazione. E' un'altra linea bellissima, che sembra fatta apposta per essere scalata. La prima volta che l'ho provato non stavo attaccato quasi a nessun a presa, ma con il passare del tempo mi sono accorto che ogni singolo svaso o tacca "diventava più buono", e ad ogni tentativo sentivo dei cambiamenti, dei micro-miglioramenti che hanno fatto scattare in me la realtà del blocco..."posso farlo!". Ci sono voluti 5 giorni di tentativi, decine di cadute, determinazione e costanza...ma alla fine..il 5° giorno..."Faccio solo un giro per scaldarmi bene..."
Concludo così un nuovo "passaggio", dopo molto tempo sento dei nuovi cambiamenti, mi accorgo di aver di nuovo spostato il limite, e mio godo il momento. Ho trasformato cio che per me era impossibile in qualcosa di possibile. E' una sensazione stupenda, ed è cio che più mi motiva ad allenarmi, a prendere schiaffi, e continuare a provare ciò che appare "impossibile".
 

"Viva il cavaliere" 7c+, sceenshot dal video
 
 
Ecco il video di queste tre storie:


Three lines from Cubo from Pietro Tribuzio & Giada Zampa on Vimeo.

mercoledì 4 febbraio 2015

- Tra "vecchio" e "nuovo": soddisfazioni invernali -


Vivo la scalata tra il "vecchio" e il "nuovo", ed ogni volta che mi ritrovo a guardare un masso o una parete, che io la veda per la prima volta, o che la abbia già vista cento volte, le mie sensazioni di ammirazione, di stupore, di grandezza e di voglia di provare sono sempre le stesse. E' questo che mi piace della scalata, poter vivere esperienze enormi in posti lontani, sconosciuti e fino al quel momento solo immaginati, come anche poterle vivere a pochi km da casa su pezzi di roccia che ormai si conoscono a memoria.
E' proprio il caso di questi due ultimi mesi, in cui ho potuto visitare diversi luoghi, ottenendo molte soddisfazioni, nonostante una noiosa epitrocleite che ha rallentato, se non impedito, gli allenamenti.
A fine Novembre, a causa delle basse temperature vado a Montenero, la falesia eporediese dedicata all'inverno. In verità, a parer mio, è un pò bruttina, ma comunque molto allenante...e di VERA roccia. Provo per la prima volta "Perchè non parli", un 7c corto e intenso con un singolo su monodito molto particolare, il quale infatti mi respinge per ben 6 volte, finchè riesco a trovare il giusto equilibrio ed agguantare la "ronchia" che mi porta in catena.

A quasi un anno di distanza torno a Varazze, nel "parco giochi" di Christian Core, dove avevo lasciato in attesa un paio di progetti. Finalmente riesco a chiudere i conti con "Nebulosa", un bellissimo e particolare 7b che segue una fessura obliqua, con una sequenza di dita, per un totale di quasi 20 movimenti...davvero bello!!!


"Nebulosa" 7b, Ph. Giada Zampa.

La volta successiva provo un'altra linea sullo stesso masso, "Adam's sleep" 7b. Ha dei movimenti molto belli ed estetici su prese un pò strane, prima enormi, poi piccole e infine piatte. Inaspettatamente riesco a farlo in pochi giri. Sono davvero contento, e per concludere al meglio la giornata mi porto a casa anche "Strappa tutto", un blocco di 7a con una partenza di stimolo e uno svaso aleatorio da tenere.
Ecco il video delle due linee:


Varazze 2x2 from Pietro Tribuzio & Giada Zampa on Vimeo.


A fine Dicembre mi dirigo per la prima volta della falesia di Gajum, nella zona di Como. Non sono mai stato, ma dalle descrizioni mi ha sempre destato interesse. Il settore si trova in un bellissimo ambiente, disperso tra le colline e immerso in una ricca vegetazione. La parete si presenta in parte strapiombante e in parte verticale, molto articolata, e caratterizzata da un bellissimo calcare a canne, buchi e tacche, il tutto leggermente imbruttito da qualche scavo, che tuttavia non rovina la falesia a mio parere.
Durante la prima visita riesco a chiudere un 7a+ stupendo, "Foly", mentre la volta successiva mi dedico a portare a casa due tiri altrettanto belli. Il primo è "l'ultimo minuto" 7b, una cavalcata su canne perfette, con una sezione più dura di spallate, e il secondo è un tiro consigliatomi da un local: "Saggio omaggio" 7c+. Inizialmente il tiro, onestamente, mi "inquietava" un pò, in quanto si sviluppa su una sola canna, intervallata da una parte più strapiombante con un singolo, a detta del local, molto duro. Tuttavia decido di provarlo, e inaspettatamente mi trovo subito bene, arrivando in continuità fino alla parte più dura, provo poi, sotto "dettatura", il singolo e mi rendo conto di poterlo fare con un piede più basso, facendo un piccolo dinamico ad una presa buona.
Il secondo giro va molto bene, arrivo agevolmente alla parte dura, prendo il rovescio...spalmo il piede con una lolotte, chiudo...ma aimè il piede scivola...e mi ritrovo un paio di metri più sotto, con ancora "carburante" nelle braccia!
Riposo bene, ripasso i movimenti, e appena il sole scende riparto, e questa volta il piede sta, mi ritrovo alla presa buona, pinzo la canna di sinistro...poi di destro...sghiso un attimo...bucone...e...catenaaaa!!! alééé...il mio secondo 7c+!!!!!!!




"Profezia Maya", una linea che per me significa molto. Ricordo il giorno in cui è stata aperta, ricordo la compagnia, e ricordo Marco che dopo qualche tentativo sul metodo era riuscito a salirla, gradando 7a+ e innescando in me un'icredibile voglia di salirla, era il 21/12/2012 (doveva finire il mondo!). Qualche giorno dopo, insieme ai soliti amici torniamo, e dedichiamo l'intera vigilia di Natale a cercare di salire il blocco, ma niente da fare, i piedi non stanno e la penultima presa sembra sempre troppo distante. Irriducibili come sempre, torniamo dopo un pò di tempo, ma aimè...solito problema, non si arriva alla tacca. Finchè ad un certo punto riesco a prenderla, non so come, e chiudo verso il bordo...non arrivo, ed in un secondo sono coricato sui pad, incredulo di essere di nuovo caduto.
10 Gennaio 2015, sabato pomeriggio, vento caldo e 24° di temperatura, condizioni da piscina, non da blocchi. Complice il poco tempo a disposizione decidiamo di andare a riprovare "profezia maya". I primi tentativi mi riportano alle sensazioni di due anni prima, piedi che non stanno, prese che scivolano, e niente...niente da fare! Provo, riprovo, provo altri metodi, ma niente, il bordo continua a rimanere anni luce. Vedo Giada che mette un piede in un modo leggermente diverso da come lo metto io, e allora mi dico: "perchè non provare? un tentativo in più su 500 non cambierà niente...ahahah"...quindi parto, uso la famosa presa instabile, piatto...rilancio al secondo...piedi...rigidità...sono alla tacca!!! non ci posso credere!! chiudo verso il bordo, ma sono indeciso, risistemo i piedi...ed in un attimo mi viene l'angoscia di cadere di nuovo come due anni prima...ma devo tentare!!...chiudo...e con un urlo liberatorio afferro il bordo...è buono... ed in un attimo sono sopra!! L'ho chiuso!! Per me, al di là del grado, è la più grande soddisfazione di questo periodo!!!




Concludo Gennaio andando a Quincinetto, per provare l'ultima linea che mi interessa in quella zona, si tratta di "la prua di plat" 7b. Come dice il nome è una prua stapiombante con prese svase che sembra davvero bella e meritevole. Provo bene i singoli, capisco i movimenti, e in breve tempo riesco a salirla.

"La prua di plat" 7b, Ph. Giada Zampa.
 
Finisce così "l'inverno natalizio", con tante tante soddisfazioni ed esperienze. E' ora di riprendere gli allenamenti. I progetti e le idee sono molte, bisognerà vedere cosa accadrà...buon training a tutti!! ciaooo

mercoledì 5 novembre 2014

- L'autunno -


Di quest'estate non rimangono che piacevoli ricordi, innaffiati dalla tanta acqua che il nostro "meraviglioso" clima ci ha regalato. Sono riuscito comunque a scalare molto, girare diversi posti e portare a termine diversi progetti e sogni che avevo in testa, e quelli che non ho concluso...aspetteranno il prossimo anno!!

Contemporaneamente all'ingiallimento delle prime foglie comincio puntuale gli allenamenti. Per la prima volta decido di allenarmi creandomi per conto mio, e insieme a Giada, dei programmi, basandomi su ciò che ho imparato negli anni scorsi.
Con questo nuovo inizio metto già in conto di scalare all'aria aperta un pò di meno, e di dover gestire la stanchezza nel migliore dei modi.
La roccia aimè riesco a toccarla solo il fine settimana, e i primi week end di ottobre li dedico ad aprire qualche nuova linea a Quassolo. Finalmente pulisco un pilastro di roccia alto circa 5 metri che ammiravo già da tempo, pensando tuttavia che fosse abbastanza semplice; ma commetto un grave errore...infatti la parte sotto è parecchio fisica e fatico non poco a trovare il metodo giusto, e la prima volta che riesco a passare la sezione mi ritrovo negli ultimi 2 metri che pensavo facili: i piedi sono precari, le mani incerte, l'altezza inizia a giocare i suoi scherzi, e mi ritrovo a rotolare sui pad!! Ci vogliono alcuni tentativi anche con la corda per stabilire i movimenti corretti, dopo di che parto motivato, e riesco a chiudere il blocco, che decido di chiamare "Methodica 18", il cui grado secondo me si aggira sul 7a+.
Apro anche altre linee, tra cui "Gibberish" un blocco di 6c/+ con le prese più grosse e distanti che ho mai tirato!

La settimana successiva vado per la prima volta nell'area blocchi di Outrefer, rimanendo molto colpito dalla bellezza delle linee presenti. Dopo un riscaldamento disastroso, provo una linea molto bella, "Il degrado sociale", circa 7b. E' un blocco molto fisico con prese buone ma distanti, decisamente nel mio stile. Dopo aver provato i singoli e fatto qualche tentativo, riesco a tenere l'ultima spallata, chiudendo il blocco con tanta felicità e soddisfazione. Qualche giorno dopo, complice un clima fantastico, fuggo mezza giornata dallo studio, per tornare a Outrefer. Provo un altra linea sullo stesso masso, che scoprirò chiamarsi "The whiners", molto molto fisica, che mi mette molto alla prova, infatti la sento ancora più dura de "Il degrado sociale", ma probabilmente semplicemente mi è meno congeniale. Dopo tanti...tanti giri riesco a prendere il bordo, e con un'eleganza imbarazzante mi ribalto. Ecco il video:

https://vimeo.com/110980580


La prima domenica di Novembre, grazie alle ottime temperature, ci dirigiamo a Champorcher per l'ultima visita annuale. Le condizioni sono fantastiche, e già da subito si fa sentire l'aderenza. Durante il riscaldamento riesco a chiudere un traverso sul "masso 13" gradato 7a+.
Ci spostiamo poi su "Cloè", un altro 7a+ di riferimento per la zona: è un masso perfetto incastonato tra altri due che offre una partenza con doppio aggancio di punte, movimenti su tacche perfette, body-tension, e una bella ribalta. Riesco inaspettatamente a salirlo al secondo tentativo, dopo le decine di tentativi infruttuosi degli anni scorsi.



"Cloè" 7a+, Ph. Giada Zampa
 
 
Come ultimo obiettivo andiamo a provare "Può accompagnare solo", un'altra stupenda linea su un masso in mezzo alla pietraia, di 7b+. Con il metodo originale mi rendo subito conto non avere possibilità, allora provo una sequenza alternativa che avevo visto fare, ma anche così non mi trovo...
vedo una piccola tacca che il mio cervello non aveva neanche preso in considerazione, la pulisco e capisco che forse ho trovato un altro metodo...provo...cado...riprovo...e riesco, mi ristabilisco sopra il masso e mi godo la vittoria! Probabilmente con questo nuovo metodo il blocco è più facile, ma non importa, è stato davvero bello e mi sono divertito!


"Può accompagnare solo" 7b+, Ph Giada Zampa

Purtroppo un altro fine settimana è finito, fuori piove, e non mi resta che pensare agli allenamenti delle prossime settimane, la carica è davvero tanta...vedremo cosa accadrà!!!


martedì 16 settembre 2014

- Estate: atto secondo -


Come ogni anno comincio agosto facendo le valigie per passare una decina di giorni in Francia, a scalare nella zona di Briancon. Quest'anno l'estate non ha regalato gran condizioni, solo freddo, umido, e poco, poco sole.
Con grande gioia le previsioni meteo per la Francia sono buone, anche se con temperature un pò basse.
Come deciso in precedenza ci dirigiamo a Rue des Masques, nella falesia già visitata due volte quest'anno. Il mio obiettivo, dopo tentativi infruttosi su altri tiri, è "Tardinio direct", un solido 7c+, una volta 8a. E' una linea che parte in forte strapiombo, con un blocco fisico nel cambio di pendenza, che prosegue poi per altri 15 metri di scalata tecnica su prese distanti. Il primo giorno impiego diversi tentativi per trovare il metodo giusto per passare il blocco, e lo trovo! Il secondo giorno parto convinto, riesco a passare il blocco, ma purtroppo l'acciaio nelle braccia mi fa cadere all'ultimo spit, nella più totale incredulità di essere caduto nella parte "facile".
Ormai è una guerra psicologica, e il terzo giorno decido di fare ancora due tentativi, ma, probabilmente per poca convinzione o per stanchezza, non riesco addirittura più a passare il blocco.
Un po demoralizzato mi ritrovo incerto se provarlo ancora, oppure dedicarmi ad altro. Tuttavia devo togliere i rinvii dal tiro, per cui sono costretto ad arrivare ancora una volta in catena.

In partenza...
 
Parto con le mani congelate, faccio la parte strapiombante faticando come mai prima, e mi ritrovo al blocco. Faccio il primo lancio con inaspettata facilità, punto il piede sul solito appoggio incerto e chiudo...chiudo fino al banchettone svaso:
 
"Tardinio direct" 7c+.
 
lo sento bene! Accoppio senza vibrare come al solito e faccio il secondo lancio...prendo la pinza...e in un attimo sono al riposo...
Sto qualche minuto a rilassare i poveri avambracci e poi parto per la seconda parte del tiro, che la volta scorsa mi aveva fregato!! ma questa volta non sbaglio niente...sono in catena! Ho chiuso il mio primo 7c+...sono contentissimo!!
I restanti giorni di scalata li dedico a provare qualche altro tiro, anche nella meravigliosa falesia di Ceillac, ma non concludo granchè...sarà per il prossimo anno.
 
La settimana dopo organizzo insieme a Giada e Niccolò Ceria di visitare la zona blocchi di Noasca, in Valle dell'Orco, dove ci sono passaggi storici, come la Kosterlitz, e nuovi passaggi di Bernd Zangerl. L'ambiente è molto bello e le linee veramente interessanti, su roccia molto molto dolorosa.
Riesco a salire una stupenda linea, la "Narderlitz", uno spigolo molto estetico gradato 7a+ molto tecnico con un dinamico finale.
 
"Narderlitz" 7a+.

"Narderlitz" 7a+.
 
Per concludere agosto non mi resta che andare a far riposare i polastrelli per qualche giorno al mare...nel più totale relax, lasciando scarpette e magnesite a casa.
 
Tornato dal mare mi sento molto riposato, ma forse con poco stimolo, per me tipico da fine stagione estiva.
Mi dirigo nella falesia di Revers, in Valgrisenche, dove sia io che Giada abbiamo un conto in sospeso con "Anche i tacchini sono come le manguste" 8a, un tiro leggermente strapiombante su tacche distanti con un singolo duro di dita in alto. Faccio diversi tentativi, tuttavia non riesco a fare la parte dura, per cui decido di lasciarlo come appuntamento fisso per il prossimo anno. Giada riesco invece a chiuderlo...brava!!
 
 Tentativo su "Anche i tacchini sono come le manguste" 8a.
Tentativo su "Anche i tacchini sono come le manguste" 8a.

Giada Zampa su "Anche i tacchini sono come le manguste" 8a.
 
Lo scorso fine settimana provo a tornare al Cubo, per vedere se fa ancora tanto caldo o se si può gia tentare qualche tiro! Le condizioni non sono ottime, tuttavia riesco a provare bene il tiro che da anni ammiro, ma che non avevo mai avuto il "coraggio" di provare, si tratta di "Demolition man", un 7c/+ boulderoso che sale uno spigolo strapiombante con un blocco molto fisico prima della catena. Monto il tiro e poi lo provo, lo sento molto nel mio stile, e nel giro migliore mi avvicino molto a chiuderlo, cadendo al penultimo movimento duro prima di moschettonare la catena...sono davvero soddisfatto, voglio riuscire a chiudere questo tiro che per molto tempo avevo considerato solo un sogno!
Tentativo su "Demolition man" 7c/+.
 
Termina così il secondo atto di questa "strana" estate, lasciando spazio all'inizio di una nuova stagione di resina, roccia...ma soprattutto, tanto, tanto stimolooooo!
Ritorno sulla resina.
 
 
 



lunedì 28 luglio 2014

-Astinenza d'estate -


Quest'anno il sole sembra voler rimanere nascosto, le giornate di pioggia, di umido e di incertezza si susseguono quasi senza tregua. Bisogna quindi spulciare i meteo, pensare ai posti meno umidi, o sfidare l'umidità per riuscire a scalare e sfruttare la forma che finalmente sembra uscita dopo una lunga stagione di allenamento.
Per quanto riguarda la falesia ho scalato un pò di volte a Gressoney, settore Benedizione.

Gressoney, settore Benedizione, Ph. Pietro Tribuzio
 

A mio parere è una delle falesie più belle della zona, roccia spettacolare, tiri bellissimi e ambiente unico. La scalata tuttavia è severa, la base della falesia tutt'altro che rilassante e niente è regalato, per cui è sempre meglio andare con la motivazione alle stelle...altrimenti...legnate assicurate!!
Decido di provare "Il farmacista", un 7b+ di 30 metri che mi ha sempre trasmesso un pò di timore. Il tiro nella prima parte è strapiombante, con prese buone ma distanti, mentre nella seconda la pendenza diminuisce ma entra in gioco l'acido lattico, che bisogna tenere a bada nei numerosi riposi...fino in catena. Incredibilmente riesco a salirlo al secondo tentativo, dopo una lotta estenuante con gli avambracci gonfi e doloranti che fino alla catena supplicano di lasciar aprire le mani. Sono contento, non me lo aspettavo, e questo mi da una grande carica per tutto.
Torno diverse volte in questa falesia, e inizio a provare "Giardini di marzo", un 7c+ di resistenza con un luuuungo run-out nella parte alta che regala a tutti i pretendenti grandi voli. Tuttavia lo provo troppe poche volte, e per adesso mi vedo costretto a lasciarlo ancora come cantiere aperto.

A metà luglio mi dirigo insieme a Giada in Francia, per scalare quattro giorni a Rue des masques, cercando di portare a casa qualche bel tiro addocchiato un mese fa.
I primi due giorni, tanto per cambiare, trascorrono nell'umidità, ma riesco a fare un bel 7a+, "Les prophéties de tronc", a vista. Nella notte tra il secondo e il terzo giorno non sto tanto bene, causa cibo avariato o colpo di freddo, per cui siamo costretti a dedicare la giornata al relax, decidendo di fare due passi a vedere il Glacier Blanche, in cima alla vallata di Ailefroide.

Glacier Blanche, Ph. Pietro Tribuzio
 
L'ultimo giorno di vacanza mi sento riposato e carico, quindi tento per l'ultima volta un tiro che avevo gia provato lo scorso anno, "La truite" 7c, che presenta una sezione di dita, che non mi aveva mai lasciato passare in continuità. Questa volta la storia cambia, e con apparente semplicità riesco in tutta la sequanza chiudendo il tiro, concludendo al meglio la vacanza!!
Ps: grande Giada che ha chiuso il suo primo 8b!!


Per quanto riguarda i blocchi la situazione è simile, bisogna sempre ricercare quelle poche giornate che permettono di scalare senza la sensazione di "bagnato".
Finalmente riesco a visitare la nuova zona di Champorcher, scoperta e valorizzata prevalentemente dal super local Niccolò Ceria, che ha scoperto e pulito un sacco di massi bellissimi, con roccia meravigliosa, come sempre in un ambiente fiabesco. Visto il poco tempo provo pochi blocchi, e uno in particolare mi colpisce molto: "paradise lost", che risale uno spigolo bellissimo, con un metodo che dificilmente si può trovare su altri passaggi. Riesco a salire la versione stand.

 "Paradise lost stand", 7a, Ph. Stefano Tamagno
Champorcher, Ph. Giada Zampa

L'ultimo week-end di luglio prendiamo parte ad un raduno boulder al Rifugio Barbara, in Val Pellice, un luogo in cui sono già stato due volte che mi ha lasciato bellissimi ricordi. I "sassisti" sono parecchi e le linee da scalare ancora di più, la giornata è finalmente estiva, e quindi non resta che scalare tutti insieme. Provo tante linee, chiudo un 7a, "Omega 3", e ne provo altri, ma non riesco a portarli a casa...sarà per la prossima volta, che sicuramente sarà presto!!

 Rifugio Barbara, Ph. Giada Zampa
 Rifugio Barbara, Ph. Giada Zampa
 

Finisco di scrivere questo piccolo resoconto e guardo fuori dalla finestra, la pioggia scende come una routine ormai...e l'ASTINENZA da estate continua a farsi più forte...ma le vacanze sono alle porte!!
Incrociamo le dita!!






lunedì 9 giugno 2014

- Aria d'estate -


Maggio, mese di passaggio. Il meteo come al solito è sempre un pò incerto, e per questo ho dedicato questo periodo agli ultimi ritocchi per quanto riguarda l'allenamento e il ritorno nei luoghi d'arrampicata estivi, per rendermi conto dei vecchi progetti e per scovarne di nuovi.
Sono finalmente tornato a Champorcher dove finalmente ho messi gli occhi su uno dei blocchi più belli e stimolanti per me dell'intera zona: "Capitan America", un blocco liberato qualche anno fa da Niccolò Ceria, gradato 7c. E' un masso decisamente alto, per cui decido di provare bene la parte bassa, per poi lasciare la parte alta ad una volta successiva. Mi rendo subito conto che tutti i movimenti sono a me congeniali, anche il movimento più duro (una spallata ad un rovescio) mi viene quasi subito. Per cui grande grande motivazione!!!

Metodi sotto "Capitan America", Champorcher
 
Il fine settimana successivo decidiamo di andare al Cubo, sono molto carico perchè voglio riprovare un tiro che voglio chiudere, "Demolition man", ma aimè, al nostro arrivo troviamo quasi tutti i tiri bagnati, e gli unici asciutti sono umidissimi. Per questo motivo decidiamo di ripetere qualche tiro gia fatto in precedenza giusto per allenarci un pò.
 
Pietro Tribuzio su "Il guru", 7b, camera Giada Zampa.
 
Per chiudere maggio nel migliore dei modi finalmente riesco ad organizzare insieme a Giada un fine settimana in Francia. La destinazione è Rue des Masques, una delle mie falesie preferite, di conglomerato. Il meteo è dalla nostra parte, temperatura ottima, poca umidità, e soprattutto poche persone, e le uniche che incontriamo sono di Biella come noi.
L'obiettivo è quello di fare molti tiri per riabituarmi al tipo di scalata, e lasciare i progetti duri per le volte successive, più avanti nella stagione. Il primo giorno mi sento un pò fiacco, tuttavia riesco a fare un 6c+ a vista nel settore basso, per poi spostarmi nel settore canyon a provare un 7a, "Central street", che riesco a fare a vista, nonostante alcuni buchi bagnati.
Il giorno successivo mi sento già più a mio agio nella scalata, e dopo un buon riscaldamento provo "Gugus, tube de l'année" 7b, un tiro abbastanza corto caratterizzato da una sezione dura di dita. Il primo giro scalo bene fino a metà della sezione dura, poi per una mia indecisione...mi ritrovo qualche metro più sotto a penzoloni nell'imbrago. Un po di riposo e riparto carico e deciso, mi ritrovo nella parte dura, ma questa volta non sbaglio! Ancora qualche metro di placca delicata, e sono in catena, molto contento.
 
 

Finisce così questo mese di "transizione", con la stanchezza degli allenamenti che finalmente inizia a lasciare posto alla tanto cercata forma, o almeno si spera (!). Gli obiettivi sono molti, la carica e la voglia di faticare non mancano... per cui...STIMOLOOOOOO!!!




 

 

martedì 6 maggio 2014

- Melloblocco -


Erano ormai anni che volevo andare al Melloblocco, il più famoso raduno internazionale di boulder, di cui ho sempre solo sentito parlare tra pareri positivi, ed altri negativi. Finalmente riesco ad organizzare insieme a Giada, e la mattina del 1° maggio partiamo, ciascuno con il proprio obiettivo: io quello di provare blocchi storici simbolo della zona, lei di partecipare e dare il massimo alla gara.
Arriviamo in Val Masino a metà mattinata, sistemiamo tutto in albergo e andiamo al centro polifunzionale del Melloblocco ad iscriverci. Cerchiamo poi di orientarci per capire dove sono i blocchi gara per Giada, anche per iniziare a conoscere un pò la zona. La vallata è veramente stupenda, con una miriade di massi, pareti di granito, prati in veste primaverile, e le stupende montagne ancora innevate a fare da sfondo. Ci dirigiamo nell'area del Sasso Remenno dove Giada comincia a chiudere diversi blocchi dal 7a al 7b+, mentre io non riesco a concludere granchè, ma provo diverse linee veramente meritevoli.


 
La mattina successiva non promette niente di buono: pioggia, pioggia...e ancora pioggia! Tuttavia, grazie all'ottima organizzazione dell'evento ho modo di scalare su alcuni massi coperti, per poi andare a provare un blocco famoso: "Sogno di Tarzan", una linea bellissima caratterizzata da tacche e piatti, gradata 7b. Nonostante le pessime condizioni mi trovo subito bene nei singoli e in poco tempo riesco a salire il blocco, con tanta tanta soddisfazione.
 
"Sogno di Tarzan", 7b, ph. Giada zampa
 
Il penultimo giorno visitiamo la parte alta della zona del Sasso Remenno, dove ci sono diverse linee stupende con roccia di ottima qualità, ma dolorosissima. Mi dedico a provare due blocchi che avevo in mente: in pochi giri riesco a fare "Per voi ragazzi", un 7a abbastanza alto su piatti molto delicati, e poi "Goldrake", 6c, un famoso passaggio del 1975 che ha dato del filo da torcere a molti climber, e che, io, inaspettatamente riesco a salire flash.
Giada invece riesce a salire altri due blocchi gara: un 7a e un 7b+.
 
Giada su "Fuori tra le stelle", 7b+, ph. Pietro Tribuzio
 
L'ultimo giorno mi trovo a fare i conti con la stanchezza accumulata e la totale mancanza di pelle, per cui provo diversi blocchi, ma i risultati mi fanno capire che è ora di coricarsi nel prato e di godersi la bellissima atmosfera della domenica di chiusura del Melloblocco.
La manifestazione termina nel pomeriggio, con le premiazioni dei partecipanti alla gara, che vede Giada classificata 3° avendo chiuso sei blocchi su nove.
Il viaggio di ritorno trascorre lento, tra code e rallentamenti, lasciando spazio ai pensieri sulla mia prima volta a questo stupendo raduno: un'organizzazione impeccabile, che ha saputo sfruttare totalmente lo scenario perfetto di una vallata incredibile, che da la possibilità a chiunque di scalare con climber da tutto il mondo, famosi o meno, accomunati da voler arrampicare su massi al massimo delle proprie possibilità, divertendosi.
Ciò significa che bisognerà sicuramente tornare, per provare altre magnifiche linee, conoscere nuove persone e nuovi angoli della vallata.